#Mediastorm/Rassegna - Maggio 2024
Cose importanti da sapere, numeri notevoli, articoli da leggere, infografiche fondamentali del mese appena trascorso
Benvenuta, benvenuto, sono Lelio Simi questo è un numero di #Mediastorm in formato “Rassegna” dove le raggruppo a chiusura di ogni mese notizie, numeri e dati consigli di lettura, infografiche insomma le cose importanti da sapere, secondo me, del mese appena trascorso sui temi all’intersezione tra media, tecnologia e giornalismo. Ah, se non lo sei già, puoi iscriverti da qui:
Se hai suggerimenti, domande o segnalazioni da farmi puoi scrivermi a questa email leliosimi@substack.com, oppure se quello che ho scritto ti suggerisce delle riflessioni che vuoi condividere, oltre che con me, anche con gli altri lettori puoi usare direttamente la sezione commenti, sarò felice di risponderti. Se invece vuoi consultare le altre puntate di questa newsletter pubblicate puoi farlo da qui ► Archivio #Mediastorm.
📌 COSE DA SAPERE
Bentornato grande “pacchetto”! Comcast, la società madre di NBCUniversal, sta progettando di offrire il suo servizio di streaming Peacock in bundle con Netflix e Apple TV+
✔Perché è importante: Peacock, lanciato nel 2020, ha perso 2,7 miliardi di dollari l’anno scorso, nonostante gli abbonati paganti siano aumentati a 34 milioni. La grande frammentazione del mercato dello streaming video sta mostrando tutti i suoi limiti economici, le persone inoltre, sono stanche di iscriversi e pagare per numerosi singoli servizi di streaming. Le media company stanno capendo di dover collaborare, invece di farsi la guerra, proponendo pacchetti in comune.
✔ Il quadro generale; Warner Bros. Discovery, Fox e Disney questo febbraio hanno annunciato un servizio di streaming con le partite della NBA e della NBL; qualche settimana fa anche Disney e Warner Bros. Discovery hanno annunciato un nuovo servizio streaming che includerà le loro piattaforme Disney+, Hulu e Max.
✔ In conclusione:È facile supporre che nell’immediato futuro saranno siglati altri accordi di questo tipo: un cambio di rotta radicale che sta ridisegnando (nuovamente) l’industria dello streaming e della TV, e come noi consumiamo i suoi prodotti.
(Per approfondire ⟶ New York Times, #Mediastorm 78 – Super aggregazione vs. super frammentazione).
È già finita la “guerra” tra Universal Music Group e TikTok, le due società hanno dichiarato di aver raggiunto un nuovo accordo di licensing che porterà nuovamente (dopo soli tre mesi) l’intero catalogo della major sulla piattaforma di social media.
✔ Perché è importante: il vero punto di rottura per la Universal era rappresentato dal concreto ritorno economico dallo sfruttamento del suo catalogo da parte di TikTok: solo l’1% delle entrate annuali della Universal, ovvero circa 110 milioni di dollari nel 2023, una frazione minima rispetto, ad esempio, agli 1,8 miliardi di dollari portati da YouTube.
✔ Cosa è cambiato? La nuova intesa definita dai comunicati ufficiali “multidimensionale” prevede lo sfruttamento della "tecnologia e le capacità di marketing e promozionali di TikTok" segno che la “soft power” della app cinese, ovvero la capacità del suo algoritmo di dare visibilità a singoli brani, il suo peso “culturale” tra i più giovani, sono oggi nel nuovo contesto di mercato, elementi irrinunciabili per il colosso della musica il cui valore va molto al di là delle entrate dirette garantite.
(Per approfondire ⟶ Midia Research, Rockol, Sole 24 Ore, #Mediastorm 90 – Scene di lotte di classe nello streaming musicale).
🧮 DATI NOTEVOLI
La spesa pubblicitaria a livello globale crescerà di 35,8 miliardi di dollari nel 2024 (+5%), almeno secondo le previsioni dell’agenzia Dentsu (uno dei colossi di questa industria), per raggiungere i 754,4 miliardi di dollari totali.
Per l’Italia, sempre Dentsu, prevede nel 2024 un aumento degli investimenti pubblicitari del 4,4% sul 2023 (rispetto a previsioni inizio anno una correzione in positivo), per un totale complessivo di 8,7 miliardi di dollari; una crescita dovuta in particolare alla TV (+5,1%) trainata dagli eventi sportivi e alla televisione digitale (+26% per la connected TV, che arriva a rappresentare il 12% del totale TV).
I ricavi del Post nel 2023 hanno raggiunto i 7,484 milioni di euro, in aumento del 26% rispetto al 2022. Nel medesimo periodo sono aumentati anche i costi +46% (dovuti a nuovi progetti e all’aumento di personale, oggi oltre 50 persone). Il margine positivo è stato di 937mila euro (in calo rispetto ai 1,676 milioni de 2022). I ricavi da abbonamento oggi pesano il 75% su quelli totali, mentre la pubblicità il 12%; tra gli “altri ricavi” i più significativi sono quelli relativi alla rivista cartacea Cose spiegate bene e le sponsorizzazioni degli eventi rispettivamente il 3% e il 2% del totale.
Il piano supportato dalla pubblicità di Netflix conta ora 40 milioni di utenti attivi mensili, secondo dati rivelati dalla stessa società che ha inoltre specificato che l’età media di chi ha aderito a questa offerta di abbonamento è di 37 anni e più della metà di loro guarda Netflix per più di 20 ore al mese.
Alphabet ha pagato ad Apple 20 miliardi di dollari nel 2022 perché Google diventasse il motore di ricerca predefinito del browser Safari (i dati emergono dai documenti giudiziari resi pubblici nella causa antitrust del Dipartimento di Giustizia contro Google). Facendo un semplice calcolo: circa il 7% del fatturato Alphabet di quell’anno.
I costi per sostenere la battaglia per il controllo del consiglio di amministrazione della Disney sono stati un salasso per entrambe le parti contendenti: Trian, il fondo d’investimento controllato dall’l’investitore attivista Nelson Peltz, ha speso circa 25 milioni di dollari nel tentativo di fare eleggere dall’assemblea degli azionisti due suoi rappresentanti; mentre il gruppo dirigente della Disney ha valutato i costi per la sua difesa intorno ai 40 milioni di dollari. E adesso Peltz ha deciso di vendere la sua intera partecipazione della Disney (di questa battaglia e delle sue motivazioni economiche ne ho parlato in una puntata di #Mediastorm).
A proposito della Disney: la Pixar cesserà di realizzare contenuti originali per Disney+ con conseguenti licenziamenti, circa il 14% della sua forza lavoro il più grande ridimensionamento dello studio (passato alla Disney nel 2006). La Pixar, così come la Marvel, sono state viste dalla Disney come “strumenti” fondamentali nella sua corsa ad inseguire Netflix, chiedendo ai due studios di aumentare la produzione di nuovi titoli originali da destinare, appunto, a Disney+ per arricchirne il catalogo.
Oggi però, con perdite per 4 miliardi di dollari per la Disney, e la necessità di tagliare i costi e rendere economicamente sostenibile l’on-demand, il volume di produzioni richiesto tornerà ai livelli pre-streaming. E i primi a farne le spese sono i 175 dipendenti che sono stati licenziati.
I fatturati globali dello SVOD (Subscription Video on Demand) cresceranno a un tasso medio del 13,3% annuo nei prossimi otto anni, determinando ulteriori 116,6 miliardi di dollari di nuove entrate nette, secondo previsioni dell’agenzia MIDiA Research.
Sta deludendo le attese la nuova puntata del franchising Mad Max: “Furiosa” una produzione da 168 milioni di dollari esclusi costi di marketing e promozione. Ci si puntava molto per rilanciare gli incassi cinematografici nel Nord America. Il film però ha raccolto soltanto 25,6 milioni di dollari negli Stati Uniti e in Canada nel fine settimana del “Memorial Day”, da sempre un test importante per le sale cinematografiche. Il risultato peggiore in 43 anni (tenendo conto dell’inflazione).
Per completare notizia precedente: le sale cinematografiche negli Stati Uniti e in Canada secondo Comscore, hanno venduto biglietti per circa 125 milioni di dollari durante il week end del “Memorial Day”, un dato in calo di circa il 40% rispetto allo scorso anno. Da inizio anno, invece, le vendite di biglietti nei due paesi sono stati pari a 2,6 miliardi di dollari, una flessione del 22% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Se avete un po' di tempo consiglio di dedicarlo alla lettura del report 2024 dell'Osservatorio sul giornalismo digitale del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti.
Ci sono bel po' di dati e riflessioni sulle molte criticità dell'industria delle notizie in Italia, ma anche (cosa non scontata) idee e spunti di riflessione per avere degli strumenti per leggere una complessità continuamente in evoluzione.
Il mio contributo lo trovate qui: Una “nuvola scintillante di frammenti” - l’informazione al tempo dei nuovi social e lo “spacchettamento” della professione.
📉 CHART, CHART, CHART!
📉 DataMediaHub ha analizzato i bilanci economici di sei dei principali editori di quotidiani italiani — RCS Media, GEDI, Gruppo 24 Ore, Monrif, Caltagirone e Seif — dal 2018 al 2023: complessivamente i ricavi sono passati da 2,16 miliardi di euro nel 2018 a 1,78 miliardi (-17.4%).
📉 Il traffico aggregato di Facebook su un campione di 792 siti di notizie e media dal 2018 a oggi mostra che il traffico portato ai siti è diminuito drasticamente di oltre la metà (-58%) negli ultimi sei anni. Il traffico proveniente da Facebook è diminuito del 50% solo negli ultimi 12 mesi, una tendenza che non mostra segni di rallentamento (Fonte: PressGazette).
📈 Gli inserzionisti spendono sempre di più nelle reti di media per la vendita al dettaglio (le cosiddette Retail media), le piattaforme gestite da aziende come Amazon e Walmart, secondo previsioni di GroupM la spesa pubblicitaria in questa tipologia di mezzi supererà nel 2025 quella destinata alla TV tradizionale. La loro crescente popolarità è alimentata dalla qualità dei dati a disposizione dei retailer sulle abitudini di acquisto e dalla maggiore facilità di misurare quanto un annuncio ha portato concretamente a una vendita (grafico da reportage del Wall Street Journal How Television Advertising Lost Its Relevance).
👓 ARTICOLI NOTEVOLI
⭐ L’intelligenza artificiale ucciderà i giornali? Da un lato è presentata come una forza trasformatrice in grado di essere applicata praticamente a tutti i settori, dall’altro come una forza distruttrice che non lascerà scampo, devastando interi settori: l’intelligenza artificiale negli ultimi anni è diventata una componente importante della strategia di vari giornali, molti dei quali si stanno convertendo alla nuova tecnologia. E questo di per sé è sorprendente perché sono proprio i giornali che ci ripetono ogni giorno come l’IA potrà danneggiare le nostre vite e la società nel suo complesso (Bruno Saetta, Valigia Blu, tempo lettura: 11 minuti).
🟧 I bot stanno disumanizzando Internet. Per quanto problematica o sgradevole possa essere, la condivisione di immagini generate tramite software di intelligenza artificiale è sostenuta dall’economia stessa di Internet (Il Post, tempo lettura: 11 minuti).
🟧 C'era una volta la TV senza pubblicità. Vi ricordate quando gli streamer dicevano: “Faremo la televisione in un modo nuovo, quindi temo che non avremo più bisogno dei vostri piccoli spot pubblicitari?” (New York Times, Tempo lettura 6 minuti).
📪 NEWSLETTER (IN ITALIANO) DEL MESE
L'inventore delle cronache di calciomercato. La scomparsa dell'inventore del calciomercato come forma giornalistica è spunto per una bella riflessione su un “genere” giornalistico che in Italia ha avuto particolare fortuna legandosi all’intrattenimento: dalle pioneristiche origini ad oggi con le sue trasformazioni dove “il ‘contenuto’ richiesto dall’algoritmo ha preso sopravvento sulla ‘notizia’” e tutto rischia di finire “nell’indistinta massa di quel grande blob giornalistico in cui siamo impantanati negli ultimi anni”- di
su .Il deserto informativo di TikTok. Uno studio sembra indicare che la presenza di informazione su TikTok sia bassissima, al punto da parlare di “news desert” - da
.YouTube si prenderà tutto. La guerra dell’attenzione sta entrando nel vivo, e i giocatori in campo si preparano allo scontro finale - di
su .#Mediastorm è anche il titolo del mio libro edito da Hoepli nella collana Tracce, qui la sua scheda, Lo puoi trovare in libreria oltre che sui principali store online → Hoepli, Amazon, Bookdealer, Ibs, Feltrinelli, Mondadori.
È davvero tutto per questo numero, grazie per aver letto fino a qui.
In questo periodo non riesco a rispettare la cadenza abituale di pubblicazione, me ne scuso e prometto di riprendere le vecchie abitudini al più presto. Alla prossima puntata.
Lelio.