#Mediastorm/Rassegna Giugno 2024
Cose importanti da sapere, numeri notevoli, articoli da leggere, infografiche fondamentali del mese appena trascorso
Benvenuta, benvenuto, io sono Lelio Simi e questo è un numero di #Mediastorm in formato “Rassegna” dove raggruppo, a chiusura di ogni mese: notizie, numeri e dati, consigli di lettura, infografiche e, insomma, le cose importanti da sapere, secondo me, del mese appena trascorso sui temi all’intersezione tra media, economia, tecnologia e giornalismo. Ah, se non lo sei già, puoi iscriverti a questa newsletter da qui:
Se poi hai suggerimenti, domande o segnalazioni da farmi puoi scrivermi a questa email leliosimi@substack.com, oppure se quello che ho scritto ti suggerisce delle riflessioni che vuoi condividere, oltre che con me, anche con gli altri lettori puoi usare direttamente la sezione commenti, sarò felice di risponderti. Se invece vuoi consultare le altre puntate di questa newsletter pubblicate puoi farlo da qui ► Archivio #Mediastorm.
📌 UNA COSA DA SAPERE
Netflix ha discusso sulla possibilità di creare versioni gratuite del suo servizio di streaming. Secondo Bloomberg dopo un esperimento in Kenya, i dirigenti dell'azienda hanno discusso se creare una versione gratuita del servizio in mercati molto più grandi— come Germania e Giappone— dove le reti TV gratuite hanno un mercato pubblicitario ancora molto ricco.
✔ Perché è importante: sebbene tutto questo sia ancora nella dimensione delle ipotesi, è comunque un elemento che ci dice quanto l'ingresso nel mercato pubblicitario ha portato il management di Netflix a dover prendere in considerazione cambiamenti di rotta radicali, al di là, probabilmente, di quanto immaginato da loro stessi al momento di introdurre l’offerta di abbonamento sostenuta da pubblicità.
✔ Il quadro generale: L'offerta di abbonamento sostenuta da pubblicità a prezzi più economici di Netflix ha raggiunto, nell'ultimo trimestre, quota 40 milioni di utenti attivi, ma la raccolta pubblicitaria è ancora di gran lunga la più bassa al confronto dei suoi maggiori concorrenti in questo campo.
✔ La vera questione è: se a Netflix - che ha conti economici nettamente migliori rispetto ai suoi concorrenti - debbano sentire come prioritaria anche la competizione sul lato pubblicitario apportando, per questo, cambiamenti profondi al loro modello di business. Se, insomma, una volta che Netflix accetta di giocare questa partita fino in fondo, non rischi seriamente di essere “cannibalizzata” dall’industria pubblicitaria finendo per diventare “qualcos'altro” (con tutti i rischi del caso).
✔ Un dettaglio importante: C'è un dato molto interessante emerso queste settimane da un report dell'agenzia Antenna sullo stato dell'arte del mercato degli abbonamenti digitali: tra le altre cose Antenna ha calcolato, in riferimento ai soli Stati Uniti per i maggiori streamer video, il rapporto tra abbonati “curiosi” tendenzialmente propensi a saltare da un abbonamento a una piattaforma a un’altra, e quelli “fedeli” che non lo hanno mai disdetto in passato e sono iscritti almeno da sei mesi; Netflix ha il rapporto di gran lunga più basso (quindi la base più fedele) con valori praticamente “fuori scala” rispetto alla concorrenza, nonostante abbia il maggior numero di abbonati. La parte più consistente dei “curiosi” di Netflix, afferma l’agenzia, proviene proprio da chi ha sottoscritto l’abbonamenti sostenuto dalla pubblicità.
✔ In conclusione: un dato quest’ultimo che ci dice quanto aumentare la base di iscritti con una proposta “free” per accontentare le aspettative del mercato pubblicitario (anche se limitatamente a qualche area geografica strategicamente importante) potrebbe incidere sull’unicità di Netflix. Ne vale la pena?
(Per approfondire ⟶ Netflix’s Advertising Challenge: It Isn’t Big Enough Bloomberg, #Mediastorm 88– Spotify vs. Netflix)
🧮 DATI NOTEVOLI
Quanto vale la pubblicità digitale in Italia? GroupM per il mercato pubblicitario italiano stima, nell’aggiornamento di metà anno, che il digitale potrebbe sfiorare i 7 miliardi di euro (per l’esattezza 6,9 miliardi pari a un +5.5% sul 2023) equivalente a una porzione del 60% dell’intera torta, considerando anche le “estensioni digitali” di tutti gli altri mezzi, (anche quelli tradizionali tipo, per intenderci, i siti web dei giornali tradizionali o lo streaming di Rai o Mediaset).
Se si limita questa valutazione ai soli “Digital pure-play” (le aziende che operano unicamente nel digitale) il valore si attesta a 5,9 miliardi, con un peso del 51% sul totale e una crescita del 3,7%.
Facendo una semplice sottrazione, se ne deduce che le “digital extension” dei mezzi tradizionali valgono circa 1 miliardo di euro ovvero il 9% del totale degli investimenti pubblicitari in Italia.
Il Ministero degli esteri italiano (MAECI) tra il 2015 e il 2023 ha contribuito alla traduzione di circa 1.900 opere italiane, in quasi 50 lingue straniere distribuite in 70 paesi, per un investimento di 3,2 milioni di euro complessivamente.
Nel frattempo, rispetto all’inizio degli anni Duemila il numero di libri stranieri tradotti in Italia è quasi raddoppiato. Nello stesso periodo il numero di libri italiani tradotti all’estero è, più o meno, quadruplicato secondo l’Associazione Italiana Editori (AIE). In numeri assoluti si parla di quasi 8 mila libri, meno di un decimo di tutti quelli pubblicati in un anno (fonte: Il Post).
I budget per i podcast con sceneggiatura negli Stati Uniti sono diminuiti di oltre il 50% . I budget per questi tipo di show ora ammontano tra i 150 mila e i 250 mila dollari (Fonte: Bloomberg).
Circa il 50% di tutte le visualizzazioni dei Reel sono “audio-off”. Gli spettatori, ha dichiarato il CEO di Instagram Adam Mosseri, gravitano verso i video che possono comprendere sia con che senza riproduzione audio (Fonte: The Public Press Newsletter).
Otto mesi dopo il lancio Quest 3 il visore per la realtà virtuale sviluppato da Reality Labs di Meta, ha venduto circa 1 milione di unità, mentre tre anni dopo il lancio Quest 2 ne aveva vendute circa 20 milioni.
Il sorprendente boom di Nollywood: Si stima che l’industria dell’intrattenimento nigeriana (in cui è compresa anche la musica, con il successo internazionale degli artisti afrobeats) raggiungerà i 14,82 miliardi di dollari di ricavi nel 2025, contro i 4 miliardi del 2013. Il solo settore cinematografico è passato dalla produzione e distribuzione di 1.800 film, per un valore di 5,1 miliardi di dollari nel 2013, agli attuali 2.500 film, per un valore di 6,4 miliardi di dollari (Fonte: Internazionale).
📉 CHART, CHART, CHART!
Letture dei quotidiani in Italia, quante sono quelle acquistate e quante quelle gratuite?
Uno dei dati che trovo più interessanti dei report che Audipress pubblica regolarmente sulla “lettura dei quotidiani in Italia” è quello relativo alla provenienza delle copie. Vengono divise in tre macro-gruppi: “comprata da me o familiare”, “abbonamento” e “avuta da altri, prestata, altro”.
In questi ultimi quatto/cinque anni è uno degli scenari che è maggiormente mutato, le copie lette gratuitamente dall’essere nettamente preponderanti — storicamente il loro peso percentuale si assestava intorno, e oltre, il 60% del totale — sono oggi (nel report del primo quadrimestre del 2024) al 40,5% mentre le copie lette da chi ha acquistato il quotidiano (da lui o da qualcuno del suo nucleo familiare, anche in abbonamento) sono passate ad oltre il 50% nel 2020 e, oggi, raggiungono quasi il 60%. Un ribaltamento totale dello scenario.
È un dato sicuramente molto positivo, nel panorama di generale depressione dell’industria dei quotidiani italiana. C’entra ovviamente anche la stagione dei lockdown dovuti alla pandemia, ma una volta tornati alla normalità con la possibilità di circolare liberamente e frequentare, come prima, i luoghi pubblici le copie lette gratuitamente tornano a crescere.
Come si vede dall’infografica che ho realizzato elaborando i dati Audicom/Audipress la linea rossa delle letture gratuite flette enormemente tra il 2019 e il 2021 (i dati sono riferiti al terzo e ultimo dei report annuali) ma torna a crescere, tra 2022 e 2024, raggiungendo valori molto vicini alla voce “comprata da me o familiare”.
Pubblico anche questa infografica sui medesimi dati per dare più contesto: tra il 2019 e il 2024 le letture sono diminuite del 28%, da 23.540 a 17.037 (letture, non lettori perché giustamente Audipress tiene conto che singoli lettori possono leggere più di un quotidiano con varie modalità di provenienza).
Una nota a margine: come facevo notare poco sopra dai dati storici di Audipress emerge come per decenni circa il 60% delle letture provenisse da copie lette gratuitamente, anche prima dell’avvento e dell’esplosione di Internet. Ricordiamocelo quando leggiamo o sentiamo dire che il “peccato originale” dei quotidiani sul web è stato quello di abituare le persone a leggere gratis le notizie che pubblicavano invece di pagarle: in Italia per la maggior parte dei lettori quella abitudine era, già prima, decisamente consolidata.
👓 ARTICOLI NOTEVOLI
⭐ L’intelligenza artificiale, il futuro del web e tutto il resto, secondo Google. Lunga intervista (tempo lettura: 33 minuti) al CEO di Google, Sundar Pichai, pubblicata da The Verge molto utile per capire alcuni punti fondamentali delle strategie della big tech (e per capire inoltre che, anche loro, su alcuni snodi importanti non hanno le idee chiarissime sui possibili sviluppi futuri).
🟧 Ci vediamo in sala. Il cinema alla prova delle piattaforme. Cosa succede ai film quando rischiano di diventare solo uno, nemmeno il più importante, tra i tanti generi disponibili nelle library on demand? (Link idee per la TV, tempo lettura: 15 minuti)
🟧 Cosa pensi del libro che hai letto? Te lo spiega l’avatar (Il Manifesto, tempo lettura 3 minuti).
🟧 Il breve (e felice) regno del CD-ROM. Nel 1994, i CD multimediali, dalle enciclopedie alle riviste, inondarono il mercato e sembravano il futuro. Fu divertente finché è durato (Fast Company, tempo lettura: 14 minuti).
🟧 One Person One Price. La sorveglianza digitale e la profilazione dei singoli clienti sta portando a una personalizzazione sempre più spinta dei prezzi che finiamo per pagare (The American Prospect, tempo lettura 21 minuti).
📪 SUBSTACK (IN ITALIANO) DEL MESE
Sempre lo stesso sapore. Le regole non scritte ed una piattezza generale, anche dei caffè,
su Artifact.Il valore delle istruzioni chiare. Per svelare il mistero della parola “prompt” possiamo tradurla: chiamiamole “istruzioni” e ragioniamo sulle competenze che ci servono per scriverne di efficaci,
su Alternate Takes.Il fascino assurdo del franchising. Di illusioni di autenticità e certezze di good enough,
su Lettera di Minimarketing.
📺 VIDEO NOTEVOLI
Come ha fatto Taylor Swift a costruire un impero
Su internazionale, il video di Le Monde che cerca di rispondere a una domanda che in molti possono farsi: come ha fatto Taylor Swift a costruire un rapporto così stretto con il suo pubblico e a diventare una delle più potenti macchine da soldi della storia dell’industria musicale?
◆ #Mediastorm è anche il titolo del mio libro edito da Hoepli nella collana Tracce, qui la sua scheda, Lo puoi trovare in libreria oltre che sui principali store online → Hoepli, Amazon, Bookdealer, Ibs, Feltrinelli, Mondadori. ◆
È davvero tutto per questo numero, grazie per aver letto fino a qui. Alla prossima puntata.
Lelio.