#Mediastorm/Rassegna - Aprile 2024
Cose importanti da sapere, numeri notevoli, articoli da leggere, infografiche fondamentali del mese appena trascorso
Benvenuta, benvenuto, sono Lelio Simi questo è un numero speciale di #Mediastorm: visto che da un po’ non pubblico più le rubriche abituali dove segnalavo articoli, notizie, infografiche e consigliavo letture ho pensato di fare questa “Rassegna” dove le raggruppo a chiusura di ogni mese. Una puntata speciale che si aggiunge alle uscite abituali della newsletter. Ah, se non lo sei già, puoi iscriverti da qui:
Se hai suggerimenti, domande o segnalazioni da farmi puoi scrivermi a questa email leliosimi@substack.com, oppure se quello che ho scritto ti suggerisce delle riflessioni che vuoi condividere, oltre che con me, anche con gli altri lettori puoi usare direttamente la sezione commenti, sarò felice di risponderti. Se invece vuoi consultare le altre puntate di questa newsletter pubblicate puoi farlo da qui ► Archivio #Mediastorm.
📌 UNA COSA DA SAPERE
Netflix non comunicherà più il numero dei suoi abbonati a partire dal primo trimestre del 2025.
✔Perché è importante: Quella di Netflix è una decisione “storica” per l’industria dello streaming: il numero degli abbonati, la loro continua crescita, è stata l’elemento cardine sul quale si è basata l’ascesa economica e, soprattutto, finanziaria, dell’azienda fino ad oggi. Come ho scritto spesso anche in questa newsletter, il numero degli abbonati è stata la metrica che ha drogato la valutazione finanziaria delle aziende protagoniste dello streaming (e Netflix in particolare): un’unica metrica semplice da “esporre” e far passare come sinonimo di crescita, ma che in realtà poco dice della reale salute economica di un‘azienda.
Più cresceva questa metrica più aumentava la valutazione a Wall Street, più l’azienda aveva accesso a finanziamenti a costo vicino allo zero (le banche e i fondi d’investimento che possiedono grandi quantità delle sue azioni erano ben felici di concederli per ottenere questi tassi di crescita dei loro stessi investimenti). Finanziamenti che venivano spesi quasi totalmente per aumentare in modo spropositato la produzione di film e serie TV (e perfezionare gli algoritmi di raccomandazione) per attirare sempre più abbonati in modo che nelle comunicazioni del trimestre successivo il loro numero aumentasse alimentando, nuovamente, tutto questo processo (tra 2011 e il 2021 la crescita del titolo di Netflix è stata intorno al 1.400% quello del S&P 500 del 200%).
Poteva tutto questo durare all’infinito? Ovviamente no, quando in particolare nel mercato americano il numero degli abbonati ha dato i primi segnali di essere vicino alla saturazione, gli investitori hanno chiesto maggior concretezza e attenzione al rapporto costi/ricavi ma, in realtà, il numero degli abbonati ha continuato ad essere la metrica principe, lo dimostra il fatto che la valutazione di Netflix nonostante gli ottimi risultati economici sia momentaneamente crollata alla notizia che, appunto, la metrica non sarebbe più stata comunicata ufficialmente spiazzando Wall Street. E a dirla tutta ha spiazzato anche la stampa che spesso si è limitata a raccontare tutta l’industria dello streaming alla luce di quella unica metrica.
Netflix, oggi, di fronte a un mercato dello streaming sempre più vicino alla saturazione e in continua evoluzione, torna a sfidare i suoi concorrenti puntando sulla metrica che da sempre l’ha differenziata da tutti gli altri: massimizzare il numero di contenuti visti da un singolo utente (a differenza di quanto succede nel cinema e TV lineare dove, al contrario, di cerca di massimizzare il numero di spettatori per un singolo contenuto).
Come si legge nella lettera agli investitori:
“ci concentriamo sui ricavi e sul margine operativo come principali parametri finanziari, e sul coinvolgimento (cioè il tempo trascorso) come migliore indicatore della soddisfazione dei clienti. Nei primi tempi, quando le entrate e i profitti erano scarsi, la crescita dei soci era un forte indicatore del nostro potenziale futuro. Ma ora stiamo generando profitti e flussi di cassa liberi (FCF) molto consistenti. Stiamo anche sviluppando nuovi flussi di entrate, come la pubblicità.
Il successo nello streaming inizia con il coinvolgimento. Quando le persone guardano di più, rimangono più a lungo (fidelizzazione), consigliano Netflix più spesso (acquisizione) e attribuiscono un valore maggiore al nostro servizio. È per questo che abbiamo fornito progressivamente più informazioni sul coinvolgimento, a partire dalle nostre Top 10 settimanali e dagli elenchi dei più popolari e, più recentemente, dal nostro rapporto semestrale sulle visualizzazioni (che copre circa il 99% di tutto il tempo di visione dei video sul nostro servizio). Si tratta di informazioni maggiori rispetto a quelle fornite dai nostri concorrenti e ci aspettiamo di fornirne ancora di più nel corso del tempo”.
(Per approfondire ⟶ Variety, Midia Research, #Mediastorm 88– Spotify vs. Netflix ).
🧮 NUMERI E DATI NOTEVOLI DEL MESE
L’interesse degli italiani per lo streaming attraversa le diverse generazioni. Se, infatti, i più giovani della Gen Z (18-24 anni), negli ultimi 12 mesi hanno scelto nel 74% dei casi la TV in streaming per guardare programmi, sport, telegiornali, film e serie, nel 64% YouTube e con la stessa percentuale (64%) anche la Tv tradizionale, sono i Millennials (25-43 anni) i maggiori fruitori dello streaming scelto l’80% delle volte, seguita (nell’indagine a risposte multiple) dalla TV tradizionale (69%) e poi YouTube (64%). La Gen X (44-59 anni) sceglie la TV tradizionale nell’81% dei casi, per la TV streaming nel 72% e YouTube il 64% delle volte (via Sole 24 Ore in riferimento indagine The Trade Desk e YouGov).
YouTube ha generato più di 8,1 miliardi di dollari di vendite pubblicitarie nel primo trimestre dell'anno. I ricavi da pubblicità generati dal suo motore di ricerca sono aumentati del 14% raggiungendo i 46,2 miliardi di dollari, sia per YouTube che per la search le cifre sono superiori alle stime degli analisti (via Bloomberg).
La trasmissione della 96esima edizione degli Academy Awards sulla rete TV ABC ha attirato una media di 19,5 milioni di spettatori, con un aumento del 4% rispetto alla cerimonia del 2023. Un aumento nettamente al di sotto delle aspettative, molti infatti si aspettavano un “effetto Barbenheimer” anche sugli ascolti TV. Gli spettatori TV degli Oscar per fasce d’età: l'11,1% tra 18 e 34 anni, il 22,1% tra 35 e 54 anni e il 62,7% 55 anni o più.
Threads ora ha 150 milioni di utenti medi mensili e ha superato Twitter (ehm, X) negli Stati Uniti (fonte: TechCrunch).
Il nuovo album di Taylor Swift ha generato 799 milioni di stream ufficiali on-demand negli Stati Uniti dal 19 al 24 aprile, il miglior risultato di sempre riferito alla prima settimana di uscita (via Billboard).
Il 25% degli abbonati Spotify Premium ascolta audiolibri (via Music Ally).
📅 APPUNTAMENTI
Martedì 7 maggio sarò a questo evento (Sede del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti a Roma) a presentare un lavoro al quale ho partecipato con un mio contributo. Se leggete questa newsletter con una certa frequenza ci troverete anche un po’ di cose che ho scritto qui su Mediastorm. Se vi va di passare mi fa molto piacere.
[P.S. se siete giornalisti l’evento dà diritto a tre crediti formativi, che non fanno mai male, iscrizione nella piattaforma formazionegiornalisti.it].
📊 CHART, CHART, CHART!
🎙️ Il podcasting sta rallentando o crescendo? Entrambe le cose secondo l'agenzia di analisi Midia Research: “il 2023 è stato un periodo incerto per l’industria dei podcast, le entrate globali dei podcast sono cresciute del 37,6% e gli utenti globali sono cresciuti del 23,4% nel 2023. Rispetto alla crescita del 2021: ricavi dell’80,6% e crescita degli utenti del 53,9% potrebbe rappresentare un grande rallentamento”. Entro la fine degli anni 2020, però secondo le previsioni dell’agenzia di analisi: “la crescita annuale inizierà a stabilizzarsi e ad avvicinarsi al 5%, per allora l’industria globale dei podcast varrà 10 miliardi di dollari raggiungendo 1,2 miliardi di utenti globali”.
🛒 Il carrello degli acquisti delle big tech. Un interessante grafico realizzato da CB Insights, sulle principali acquisizioni fatte dalle big tech, molte delle quali nel campo dei media e dell’intrattenimento, in particolare spicca quella di Activision Blizzard produttore di videogiochi per il quale Microsoft ha sborsato 69 miliardi di dollari per integrarlo al suo Xbox Game Studios.
📹 Il mercato audio-video in Europa. I primi 100 gruppi audiovisivi in Europa, in termini di fatturato, sono cresciuti due volte più velocemente dei ricavi complessivi del mercato dei servizi Audio-Video tra il 2016 e il 2022, il 90% della crescita è rappresentato dal settore privato e quasi interamente concentrata sui primi 20 gruppi. Solo aziende come Netflix, Amazon Prime Video, DAZN e Apple TV+ hanno alimentato la dinamica dei primi 100 giocatori (fonte: Osservatorio europeo sull’audio-video). Notare: MFE (ex Mediaset) e Rai rispettivamente al 16esimo e 18esimo posto tra le top 20.
👓 ARTICOLI NOTEVOLI
⭐ È ora di eliminare il termine “utente”, le persone sono state chiamate semplicemente “utenti” per troppo tempo, l’uso originale di “user” può essere fatto risalire ai tempi dei computer degli anni ’50 che richiedevano una stanza dedicata e attrezzature speciali, per questo venivano gestite da dipendenti qualificati – user – che lavoravano per l’azienda che li possedeva. Ma se oggi le tech company fossero più specifiche riguardo alle persone alle quali è indirizzata la tecnologia che stanno costruendo (non ultima l'intelligenza artificiale) invece di astrarre casualmente tutto nell’idea di “utente”, probabilmente il nostro rapporto con queste tecnologie potrebbe essere meno artificiale, risultando più facile da gestire (► It’s time to retire the term “user”, MIT Technology Review, tempo lettura 9 minuti).
🟧 Il club degli articoli cancellati dai motori di ricerca, esiste un sito che tiene traccia dei tanti link che le testate giornalistiche fanno scomparire dai motori di ricerca. E dimostra quante informazioni sulle vicende del passato diventano molto difficili da individuare (► Laura Carrer, IRPI Media, tempo lettura 9 minuti).
🟧 Quando la politica mette le mani sui media: la media capture, il caso AGI e le vulnerabilità del sistema italiano (► Mattero Pascoletti, Valigia Blu, tempo lettura 11 minuti).
🟧 Non così Fast. La nuova presunta frontiera della tv lineare arriva da internet. Di canali FAST se ne parla da qualche anno ma il pubblico continua a non saperne granché (► Gialuca Diegoli, LINK, tempo lettura 13 minuti).
🟧 Romanzi che invecchiano in fretta, il progresso tecnologico ha reso obsoleto il romanzo? (► Vincenzo Latronico, Il Post, tempo lettura 8 minuti).
🟧 Internet è diventata una monocultura estrattiva e fragile. Ma possiamo rivitalizzarlo utilizzando le lezioni apprese dagli ecologisti (► We Need To Rewild The Internet, Noema Magazine, tempo lettura 21 minuti).
📪 NEWSLETTER (IN ITALIANO) DEL MESE
Il problema dei tre corpi (e di due culture). La fortunata serie prodotta da Netflix, la trilogia dello scrittore Cixin Liu dalla quale è stata tratta, la storia — decisamente molto meno fortunata — dell’imprenditore cinese che ne acquistò i diritti, il tutto nel contesto sociale e politico della Cina di questi ultimi due decenni, ottimamente raccontata su
da .Il libro è l’alternativa cool allo smartphone? Di reading party, ritiri di lettura e altri modi per ignorare la vita reale,
.Non è la morte della musica, ma solo la fine di un’epoca. I cambiamenti dell’industria musicale ci insegnano come ottimizzare il lancio un nuovo prodotto o servizio
di .Cosa (non) dice la relazione sull'intelligenza artificiale. La Commissione guidata da padre Paolo Benanti doveva dare risposte sul rapporto tra AI e media, e suggerire soluzioni al governo. Ma la missione è fallita; lo spiega
su .#Mediastorm è anche il titolo del mio libro edito da Hoepli nella collana Tracce, qui la sua scheda, Lo puoi trovare in libreria oltre che sui principali store online → Hoepli, Amazon, Bookdealer, Ibs, Feltrinelli, Mondadori.
È davvero tutto per questo numero, grazie per aver letto fino a qui.
In questo periodo non riesco a rispettare la cadenza abituale di pubblicazione, me ne scuso e prometto di riprendere le vecchie abitudini al più presto. Alla prossima puntata.
Lelio.