#Mediastorm Rassegna - Febbraio 2025
Cose importanti da sapere, numeri notevoli, articoli e newsletter da leggere, infografiche fondamentali sul mondo dei media.
Benvenuta, benvenuto, io sono Lelio Simi e questo è il numero di #Mediastorm in formato “Rassegna” dove seleziono a chiusura di ogni mese: notizie, dati, consigli di lettura, infografiche e, insomma, le cose importanti da sapere, secondo me, del mese appena trascorso sui temi all’intersezione tra media, economia, tecnologia e giornalismo. Ah, se non lo sei già, puoi iscriverti a questa newsletter da qui:
Se hai suggerimenti, domande o segnalazioni da farmi puoi scrivere a questa email leliosimi@substack.com, oppure se quello che ho scritto ti suggerisce delle riflessioni che vuoi condividere, oltre che con me, anche con gli altri lettori puoi usare direttamente la sezione commenti, sarò felice di risponderti. Se invece vuoi consultare le altre puntate di questa newsletter pubblicate puoi farlo da qui ► Archivio #Mediastorm.
📌 IN EVIDENZA
Al New York Times hanno deciso di puntare (molto) sull’intelligenza artificiale

Il New York Times sta attuando una significativa transizione per consentire l’uso di strumenti di intelligenza artificiale nella sua redazione per supportare attività quali titoli SEO, editing, riassunti. Alcuni di questi strumenti sono stati sviluppati al suo interno ma altri provengono da aziende esterne.
✔ Perché è importante: il Times, tra i grandi editori, è sicuramente quello che fin da subito si è posto in contrasto con le aziende che sviluppano l'AI generativa (è tuttora impegnato in una causa per violazione del copyright contro OpenAI), ma le sue nuove politiche sono oggi indicative su quanto sia fondamentale (inevitabile?) per i giornali sfruttare i benefici a livello di produttività che l’AI garantisce già oggi e, ancora di più, in futuro.
✔ Cosa è successo: In una e-mail allo staff della redazione, l’editore ha annunciato che sta avviando la formazione per l’AI alla redazione e che sta lanciando un nuovo strumento AI interno chiamato Echo. Il Times ha anche condiviso documenti e video che stabiliscono cosa fare e cosa non fare in ambito editoriale per l’uso dell'AI e ha condiviso una serie di prodotti AI che lo staff potrebbe ora utilizzare per sviluppare prodotti web e idee editoriali (⟶ Semafor).
✔ Il quadro generale: l’AI è stata introdotta nel giornalismo da quasi due decenni, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e semplificare la produzione di contenuti. Nei primi anni Dieci, importanti editori come Associated Press (AP), Reuters e Bloomberg hanno iniziato a incorporare l'AI nei loro flussi di lavoro per gestire reportage particolarmente ricchi di dati. AP ha avviato un software basato sull’intelligenza artificiale - così come Bloomberg con il suo sistema Cyborg - per la copertura delle notizie finanziarie (⟶ Unite.AI).
✔ Nel dettaglio: per il momento al Times è ammesso l’uso di strumenti come GitHub Copilot un assistente di programmazione, Google Vertex AI per lo sviluppo di prodotti, NotebookLM e alcuni prodotti di intelligenza artificiale di Amazon sono disponibili previa approvazione.
✔ Un particolare fondamentale: al centro della strategia AI del New York Times c’è Echo, uno strumento AI ad uso interno progettato per aiutare il personale della redazione a diventare più produttivo.
Cosa può fare Echo? Riassumere articoli lunghi in briefing chiari e concisi, creare di titoli SEO-friendly, contenuti promozionali per piattaforme di social media, newsletter e altri canali digitali; suggerire modi alternativi di formulare le frasi per migliorarne la chiarezza, la leggibilità e la qualità complessiva della scrittura; creare elementi interattivi come quiz sulle notizie, schede e FAQ, consigliare domande basate su approfondite ricerche aiutando i giornalisti a condurre interviste più consapevoli.
Echo tuttavia non può essere utilizzato per: scrivere notizie complete, apportare modifiche significative alle bozze, gestire fonti riservate o informazioni sensibili, generare immagini o video senza un'etichettatura esplicita (⟶ Unite.AI).
🗒️ SUL TACCUINO (appunti su notizie, questioni e temi da sviluppare)
Ma cosa significherebbe economicamente per ByteDance il ban a TikTok negli Stati Uniti?…
L’eventuale definitiva TikTok negli Stati Uniti avrebbe ripercussioni decisamente negative per sua casa madre ByteDance, certo, ma non drammatiche: secondo molti analisti di mercato il colosso tecnologico cinese è economicamente sofficemente forte e strategicamente ottimamente posizionato in altri mercati da reggere benissimo al contraccolpo.
Gli investitori prevedono che TikTok negli Stati Uniti abbia generato solo circa 9 miliardi di dollari di ricavi l’anno scorso, circa un quarto dei ricavi totali di TikTok nel 2024, e il 6% del fatturato stimato di ByteDance di 150 miliardi di dollari per l'anno scorso. La maggior parte del fatturato di ByteDance proviene dalla Cina, ovvero il 77% del fatturato totale secondo The Information.
Per quest’anno, supponendo che TikTok possa continuare a operare negli Stati Uniti, gli investitori stimano che i ricavi dell'app negli Stati Uniti cresceranno del 33%, arrivando a 12 miliardi di dollari, ovvero poco meno di un quarto dei ricavi complessivi di TikTok, che gli investitori prevedono saliranno a circa 52 miliardi di dollari quest’anno.
Gli investitori inoltre stimano che il fatturato di ByteDance nel 2025 ammonterà a circa 180 miliardi di dollari, il che renderà il fatturato di TikTok negli Stati Uniti inferiore al 7% di quello complessivo di ByteDance.
…E cosa significa, invece, il ban di TikTok per i suoi rivali?
Google sarebbe uno dei maggiori beneficiari di un divieto negli Stati Uniti. Sia il suo servizio video di punta YouTube che YouTube Shorts, vedrebbero probabilmente un aumento del traffico se TikTok scomparisse.
YouTube sta pubblicando annunci pubblicitari su TikTok rivolti ai creatori di contenuti dell’app, nel tentativo di attirare questi preziosi utenti verso e di trarre vantaggio dall'incerto futuro di TikTok.
Google inoltre gioca anche un ruolo chiave nel potenziale divieto di TikTok perché gestisce uno dei due app store (l’altro è quello di Apple, ovviamente) più importanti degli Stati Uniti (e non solo).
Ma YouTube è solo l’ultimo concorrente di TikTok a provare a trarre profitto dall'eventuale divieto statunitense dell'app, che potrebbe entrare in vigore all'inizio di aprile. Instagram ha annunciato un nuovo strumento di editing video a gennaio, e X ha anche stuzzicato l'attenzione con una nuova scheda video come parte di uno sforzo per conquistare i creatori di contenuti di TikTok.
È lecito però chiedersi, come fa Bloomberg, perché TikTok sia disposta ad accettare fondi pubblicitari da uno dei suoi più agguerriti concorrenti, che promuovono un messaggio mirato a indebolire la sua attività.
📉 INFOGRAFICA (ORIGINALE) DEL MESE
Quanto fatturano i quotidiani italiani in pubblicità?
Con la pubblicazione dei dati di dicembre 2024 della federazione delle concessionarie dei giornali italiani (FCP) possiamo fare un bilancio dell’andamento dei ricavi da pubblicità dei quotidiani italiani nei dodici mesi e fare un confronto con gli anni precedenti. I dati sono riferiti alla sola stampa e ai diversi formati tabellari relativi.
Complessivamente questa tipologia di ricavi pubblicitari per i quotidiani italiani ammontano a 365 milioni di euro (più precisamente 364.960 euro) con una flessione di del 9% sul 2023. Se allarghiamo però la finestra temporale, ormai lo sappiamo, la crisi della stampa rivela numeri drammatici: il confronto con il 2019 (l’anno pre-pandemia) segna un -28% e con il 2014 un -51%.
Guardando le diverse tipologie di formati: la “nazionale” perde rispetto al 2023, 8,5 milioni di euro un -4% decisamente più contenuto rispetto al dato complessivo, nel confronto con il 2019 registra un -19% e con il 2014 la flessione risulta del 44%.
La “locale” flette sullo scorso anno di 6 milioni di euro (-5%) e del 50% sul 2014.
Il dato più interessante è, però, quello relativo a tutti gli altri format (la “legale”, la “rubricata” e “di servizio”) che aggregati nell’ultimo decennio hanno avuto un’incidenza sul totale dei ricavi pubblicitari tra il 23 e il 25%. Nel 2024 tuttavia il loro peso è sceso al 18%, una flessione di 22 milioni di euro per un -25% decisamente più elevato rispetto ai due principali formati (la nazionale e la locale, appunto).
La flessione è dovuta principalmente ai mancati introiti dalla pubblicità legale per la quale è decaduta l’obbligatorietà di pubblicare sui quotidiani (a pagamento ovviamente e, spesso, a prezzo intero di listino) le informazioni sulle gare e sugli appalti pubblici: di fatto un contributo pubblico a tutti gli effetti anche se, diciamo così, “mascherato”.
La sola “legale” nel confronto tra 2024 e 2023 perde oltre 20 milioni di euro (-44%) e quasi 30 milioni sul 2019 (-54%).
Non poco visto che quei 20 milioni pesano per oltre la metà (55%) sulla flessione complessiva di tutti i formati rispetto allo scorso anno.
Una mazzata per gli editori che è stata sottolineata anche nei lori resoconti di bilancio come ha ammesso di aver subito SEiF (editore del Fatto Quotidiano) nel bilancio di metà anno 2024: “Sulla raccolta del quotidiano ha impattato negativamente la modifica della normativa della pubblicità legale non più obbligatoria sui quotidiani con conseguente riduzione della raccolta specifica”.
🤖 INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEWS
🤖 Gli abbonati paganti di ChatGPT nel 2024 hanno raggiunto quota 15,5 milioni.
🤖 La prima azione legale organizzata dalla News Media Alliance contro un’azienda di AI: una dozzina di importanti organizzazioni giornalistiche statunitensi (aderenti alla NMA l’associazione professionale che rappresenta circa 2mila giornali negli Stati Uniti e in Canada) hanno dichiarato di voler citare in giudizio una start up di intelligenza artificiale (Cohere), sostenendo che ha riutilizzato illegalmente il loro lavoro e lo ha fatto in un modo che ha danneggiato il loro marchio (via Axios).
🤖 YouTube potenzia (ulteriormente) gli strumenti basati su AI da mettere a disposizione dei creatori digitali: ha introdotto Veo 2, l’ultimo modello di generazione video di Google DeepMind, per la creazione di Shorts, consentendo ai creatori di generare videoclip e sfondi personalizzati direttamente dalle descrizioni di testo. L’aggiornamento potenzia enormemente le funzionalità già esistenti e migliora i tempi di generazione introducendo l'AI all’avanguardia direttamente nei flussi di lavoro dei creatori di contenuti su YouTube.
🤖 Google e il podcast iper-personalizzato: Daily Listen è un nuovo prodotto di Google che genera, grazie all’AI, un podcast basato sulla cronologia utente. L’azienda lo definisce “un’esperienza audio personalizzata dove puoi facilmente rimanere aggiornato sugli argomenti che ti interessano. Se hai provato le panoramiche audio di NotebookLM, è un po' come ottenere un rapido riepilogo delle cose da sapere, personalizzato per te!”.
L’Osservatorio sul giornalismo digitale del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha pubblicato il report annuale del 2025, quest’anno focalizzato sul tema della rilevanza del giornalismo nell’attuale ecosistema dei media. Ha valore, a mio giudizio, prendersi un po’ di tempo per leggere tutti i diversi contributi perché davvero fanno un quadro della situazione.
E se poi vi resta ancora un po’ di tempo c’è anche il mio, di contributi.
► Il sito dell’Osservatorio sul giornalismo digitale (con il report 2025 e i precedenti del 2023 e 2024).
🔢 IL NUMERO
Le edicole in Italia che vendono in via esclusiva quotidiani e periodici — o che mantengono la stampa almeno in quota prevalente sulla loro offerta complessiva — a gennaio 2025 sono scese a quota 10.720, nel 2022 il loro numero era 12.344 (fonte Italia Oggi).
🧮 Gli streamer statunitensi guadagneranno 17 miliardi di dollari in entrate pubblicitarie nel 2025, grazie al crescente successo delle offerte di abbonamento con pubblicità. Negli Stati Uniti, il numero di consumatori che guardano i servizi AVoD è raddoppiato negli ultimi cinque anni.
🧮 Amazon ha dichiarato 17,3 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie nel quarto trimestre del 2024, un aumento del 18% anno su anno. L’azienda ha attribuito i risultati a una solida stagione di shopping natalizio e all'introduzione di annunci su Prime Video.
🧮 Netflix troppo economico? Secondo una ricerca della società di analisi dei media MoffettNathanson che ha calcolato i fatturati per ora di visione Netflix è quella che ha il valore più basso tra gli streamer: 0,36 dollari per ora di visione. Nel report si legge inoltre che la maggior parte della crescita nello streaming è dovuta a servizi gratuiti e supportati da pubblicità. Lo streaming a pagamento ha rappresentato meno di un quarto della crescita del tempo trascorso (via newsletter Screentime, Bloomberg).
🧮 Spotify potrebbe aggiungere ai piani a pagamento esistenti un supplemento fino a 5,99 dollari al mese per un nuovo servizio di streaming intermedio tra quello gratuito e quello premium, secondo quanto riportato da Bloomberg. Di questa, possibile, strategia ne avevo parlato in una puntata di qualche tempo fa di #Mediastorm:
👓 DA LEGGERE (IN ITALIANO)
👓 Molte serie TV ormai sono scritte per essere viste in sottofondo - La tendenza a privilegiare dialoghi più didascalici e descrittivi rientra in una più ampia strategia adottata da Netflix per assecondare il casual viewing, ossia l’abitudine di guardare una serie TV senza prestarci troppa attenzione (il Post).
👓 Il futuro dell’AI? Te lo spiega Bella Storm, una sex worker digitale - Per capire il potenziale di ogni nuova tecnologia si può guardare a come viene adottata nell’industria pornografica. Può suonare provocatorio, ma la storia dell’innovazione - dalla diffusione delle videocassette all’avvento dello streaming e modelli di business come quello di Onlyfans - ha dimostrato più volte come il porno sia un ambito di sperimentazione e influenza degli sviluppi tecnologici (Francesco D’Isa, Domus).
👓 I nuovi confini del giornalismo - La crisi del giornalismo, quindi, si può leggere come una crisi di legittimazione. E una ri-legittimazione non può avvenire senza un confronto con le aspettative del pubblico (Sergio Baraldi, Ferpi.it).
👓 Piccola storia fandom: dalla cameretta alla performance social - La disintermediazione ha dato più di un motivo per credere a chi ritiene di avere un filo diretto con il proprio divo di avere ragione, di avercelo realmente questo filo diretto, alimentando derive e atteggiamenti che sfociano spesso in atti al limite del persecutorio (Giovanni Marco Maggio, Siamomine).
📧 DA LEGGERE SU SUBSTACK
📧 Saper scrivere un prompt (non basta) - Le amministrazioni di tutto il mondo usano sempre più l'IA, ma faticano a governarne tutti gli aspetti tecnologici, organizzativi e giuridici. Per questo in Italia e UK arrivano corpose Linee guida -
/ .📧 Sei strano - Tra early e late adopter dei prodotti delle rivoluzioni guidate dalla tecnologia (dai telefonini alle LLM) c’è quel il passaggio tra strano e mainstream nel quale vale sempre la regola che per imparare ad andare in bicicletta bisogna andare in bicicletta, limitarsi a leggere libri su come andare in bicicletta serve zero -
/ Lo stregone dei dati.📧 L’altra faccia dell’AI Summit di Parigi - I timori del Sud globale, che vede nell’intelligenza artificiale “l’ennesimo strumento di oppressione”, il mito del tecnosoluzionismo e la debolezza europee -
.È davvero tutto per questo numero, grazie per aver letto fino a qui. Alla prossima puntata.
Lelio.